Domova: professionisti a servizio degli impianti elettrici domestici
L'impianto elettrico di un'abitazione è uno dei servizi basilari per renderlo abitabile e garantire il comfort elementare. Il primo fattore da determinare è la potenza dell'impianto stesso e ciò viene determinato in funzione della superficie della casa: 3kW è il valore minimo per superfici fino a 75 mq, mentre 6 kW è il valore minimo suggerito per superfici oltre i 75 mq. I valori suggeriti non rappresentano il consumo o la potenza impegnata costantemente, ma è opportuno tenere in considerazione tali parametri per la progettazione di un impianto adeguato. Nella progettazione bisogna anche tenere in considerazione l'uso dell'energia elettrica nell'ambito domestico: l'utilizzo di piani di cottura ad induzione, invece dei tradizionali fornelli a gas, comporta un assorbimento oscillante tra 1200 W e oltre 2000 W. Così pure, nel dimensionamento dell'impianto vanno tenute in considerazione le scelte che riguarderanno il riscaldamento dell'abitazione: l'uso di pompe di calore e climatizzatori collegati all'impianto ne influenzano direttamente il dimensionamento.
Evidentemente, l'abbinamento della fonte primaria di energia fornita dal Gestore dei Servizi Energetici, in abbinamento ad alimentazione fornita da fonti alternative, come un impianto a pannelli solari, consente un notevole risparmio e quindi deve prevedere anche una filosofia diversa, ad esempio, al risparmio nel consumo di altre sorgenti come il gas.
Ovviamente, un impianto elettrico che proviene da una ristrutturazione richiede le stesse analisi, ma aumenta la complessità a causa dei vincoli architettonici che si dovranno affrontare.
Progettare un impianto elettrico per l'abitazione
La progettazione deve sempre partire dal centralino che, nelle abitazioni di nuova concezione, assume un nuovo ruolo: non più solo quadro elettrico, ma cuore pulsante della sicurezza domestica. La normativa di riferimento prevede almeno un interruttore generale e due interruttori differenziali, chiamati comunemente “salvavita”. La progettazione deve tenere in considerazioni circuiti differenti per finalità diverse. Il termine “circuito” si riferisce ai filamenti in rame che collegano la centralina al punto da alimentare: le prese richiedono circuiti da 16 Ampere, mentre i punti luce circuiti da 10 Ampere. Naturalmente, allarmi e altri dispositivi domestici possono richiedere circuiti speciali, solitamente a 12 Volt. Questa è una suddivisione minimale: la buona prassi prevede la suddivisione in più circuiti: a titolo di esempio, prevedere un circuito dedicato alla climatizzazione e un circuito dedicato ai dispositivi della cucina, come il forno e il ripiano di cottura. Tali scelte progettuali consentono di aumentare la sicurezza dell'abitazione, ma anche di renderla vivibile in caso di guasti, semplicemente isolando il circuito temporaneamente compromesso.
Naturalmente, sarà necessario dimensionare opportunamente gli interruttori differenziali in modo da garantirne il corretto funzionamento.
Classificazione di un impianto domestico a norma
La normativa vigente classifica un impianto sulla base delle dotazioni suddivise in tre livelli: secondo la norma non è possibile scendere sotto il livello 1.
Il livello 1 di dotazione detta alcuni capisaldi, come ad esempio l'altezza delle prese ad almeno 30 cm da terra, oppure la presenza delle prese all'altezza del ripiano di lavoro in cucina. Così pure, la presenza di almeno 2 punti presa nel bagno, di cui almeno uno sia di tipo schuko per garantire l'alimentazione della lavabiancheria. Il livello 1 norma anche la dotazione di terrazzi, cantine e, ad esempio, la presenza di un punto presa in prossimità della posizione della presa antenna della televisione o dei punti telefono, anche perché i nuovi apparati telefonici di tipo cordless richiedono l'alimentazione elettrica.
Il livello 2 richiede tutto a cui associare uno o più relè di potenza, necessari per scollegare carichi non prioritari in caso di superamento della soglia prefissata. Questa metodologia previene i fastidiosi distacchi di corrente dell'intero impianto in presenza di un eccesso di richiesta di potenza. A titolo di esempio, si pensi a quando si verifica un distacco di corrente durante l'estate perché si accendono oltre ai condizionatori altri dispositivi che richiedono molta potenza. La metodologia prevista dal livello 2 potrebbe garantire il distacco dei condizionatori, consentendo di mantenere la funzionalità degli altri circuiti domestici.
Il livello 3 prevede, oltre a quanto introdotto dai livelli precedenti, anche l'introduzione della domotica: impianto antifurto, videosorveglianza con controllo remoto (link a videosorveglianza), gestione della temperatura ambientale, etc.
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Normativa e regolamenti
L’impianto elettrico è regolato dalla norma CEI 64-8 (http://www.ceiweb.it/it/) e dalla variante V4 del 2017 alla norma stessa. Con questa variante vengono dettate le regole precise sui limiti minimi prestazionali degli impianti elettrici per le nuove installazioni. La norma regola i livelli, la scelta dei dispositivi di protezione, ma anche le tipologie di cavi da adottare.
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